Ti sei mai domandato quanto realmente incida stare più tempo a casa sulla tua salute e sulle tue relazioni? Uno studio recente ci fornisce risposte sorprendenti e una nuova prospettiva sulla questione.
Se ultimamente ti pare di trascorrere più ore del solito in casa, non sei solo. Negli ultimi tempi, la maggior parte di noi ha visto un notevole mutamento nel proprio stile di vita quotidiano, orientandosi verso un ambiente più domestico. Questa tendenza non è solo una conseguenza diretta della recente pandemia. Uno studio di Patrick Sharkey, sociologo di Princeton, getta luce sulla crescente tendenza a vivere da “homebody”, evidenziandone le cause e gli effetti sulla nostra salute e sul tessuto delle nostre relazioni sociali.
L’analisi rivela che il tempo passato nelle nostre abitazioni è salito considerevolmente nelle ultime due decadi, portando a effetti vari sulla nostra routine quotidiana. Esploriamo insieme le ragioni di questo fenomeno e cerchiamo di capire come possiamo raggiungere un equilibrio sano nella nostra vita.
Cause dell’aumento del tempo trascorso in casa e le relative conseguenze
Pur avendo la pandemia senz’altro dato un’accelerata a questa tendenza, questa era già in corso ben prima. Dal 2003 è stato osservato un incremento progressivo del tempo medio trascorso tra le pareti domestiche, culminato in un picco notevole nel 2020. Diverse sono le ragioni dietro a questo mutamento, spesso correlate agli sviluppi tecnologici che hanno semplificato la gestione della nostra vita quotidiana direttamente dal divano di casa.
Il lavoro a distanza, ad esempio, ha avuto un impatto decisivo: ancora prima che il virus ci costringesse a rimanere in casa, un gran numero di persone aveva già iniziato a lavorare da remoto, riducendo il tempo di pendolarismo e cambiando le abitudini sociali e di spesa. Anche la facilità con cui oggi accediamo ai servizi online ha contribuito, permettendoci di sbrigare faccende come la spesa o la socializzazione senza necessità di uscire di casa.
Effetti sulla salute e socializzazione: come conservare la giusta armonia
Il trascorrere ampie fette di tempo al chiuso può influenzare in maniera distinta il benessere fisico e mentale. Una maggiore presenza in casa può favorire la qualità del tempo trascorso in famiglia, rallentare i ritmi giornalieri e aiutarci a rilassarci. Tuttavia, un eccesso di domesticità può anche aumentare la sedentarietà e farci sentire isolati sul piano sociale, a meno che non intraprendiamo azioni mirate per coltivare le relazioni anche all’esterno.
Per prevenire che la vita casalinga si trasformi in isolamento, è essenziale attivarsi per conservare i legami che contano. Una semplice chiamata o un messaggio ad un amico può essere un piccolo passo che porta lontano. È anche utile variare le nostre interazioni sociali, non limitandoci al solo ambiente familiare, per prevenire la solitudine e mantenere uno stile di vita equilibrato.
“L’uomo è per natura un animale sociale”, sosteneva Aristotele millenni fa, eppure oggi ci ritroviamo a navigare in un’era dove la nostra esistenza “sociale” è radicalmente cambiata, spostandosi sempre più all’interno delle quattro mura domestiche. Il recente studio di Patrick Sharkey ci offre uno spaccato preoccupante di questa trasformazione, evidenziando come, negli ultimi vent’anni, siamo diventati sempre più degli “homebodies”, con ripercussioni significative sulla nostra salute, sulle relazioni e sulla società in generale.
Non si può negare che la tecnologia e il lavoro da remoto abbiano giocato un ruolo cruciale in questo cambiamento, facilitando l’accesso a numerosi servizi direttamente da casa e riducendo la necessità di uscire. Tuttavia, ciò che emerge con forza è la questione degli impatti sulla nostra salute mentale e fisica, nonché sulle nostre relazioni sociali. La riduzione dei “terzi spazi”, luoghi fondamentali per la socializzazione e la costruzione di comunità, unita all’aumento di tempo trascorso in isolamento, potrebbe essere una delle cause dell’odierna “epidemia di solitudine”.
Di fronte a questa realtà, diventa essenziale riflettere su come possiamo riappropriarci di una vita sociale attiva e significativa, anche nell’era digitale. Forse, la soluzione non sta nel rifiutare i cambiamenti portati dalla tecnologia, ma nell’adottarli con maggiore consapevolezza, cercando attivamente di mantenere e rafforzare i legami umani che costituiscono il tessuto della nostra società.